Osp: Roma perde decine di milioni di euro

L'associazione.
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Nel bilancio comunale di Milano del 2022 il dato è chiaro: dai permessi per i traslochi, cioè per l’occupazione del suolo pubblico necessaria ad attuarli, le casse municipali hanno ricavato quasi sette milioni di euro. Milano è sette volte più piccola di Roma. Sebbene non sia corretta una mera moltiplicazione sette per sette che farebbe pensare a una cifra vicina ai cinquanta milioni, si può dire con sufficiente approssimazione che la capitale perde qualche decina di milioni di euro in permessi che non vengono richiesti, quindi rilasciati.

La verifica del consigliere municipale Marco Palma, Fratelli d’Italia, nel XI Municipio di Roma (che ne ha in totale quindici), ha fatto emergere delle cifre irrisorie che sono state incassate nel biennio 2022-2023: 340 più 80 euro, a cui vanno sommati i diritti d’istruttoria che sono stati di poco superiori. La verità è che i traslocatori romani non ci tengono affatto a fare la parte degli abusivi, per quanto l’assenza di controlli e il nonsense delle pratiche burocratiche siano essi stessi un incentivo all’abusivismo. Ed è proprio da loro, attraverso l’Anit Federtraslochi, che è partita un’azione di sensibilizzazione della classe politica che ha determinato un primo risultato con l’approvazione, da parte dell’Assemblea capitolina, d’un atto d’indirizzo che ha lo scopo di rendere più razionali e rapide le procedure per il rilascio del permessi di Osp.

A Milano, ma anche a Torino, il problema è stato risolto con una piattaforma digitale dalla quale si scarica il modulo per l’Osp, lo si compila e lo si inoltra alla Polizia locale che provvede al rilascio. A Roma, invece, occorre inoltrare la domanda al Municipio competente insieme ad alcuni allegati tra i quali una complessa planimetria. Il Municipio informa la Polizia locale che provvede a effettuare un sopralluogo per verificare la corrispondenza della domanda. Poi riferisce al Municipio che eventualmente rilascia l’autorizzazione. I tempi sono: cinque giorni lavorativi. Per enti sottodimensionati nel personale diventa improbo, per cui i tempi si dilatano.

Per di più la delibera comunale che fissa la procedura consente a ditte iscritte in un fantomatico «apposito albo» di presentare la domanda entro i cinque giorni lavorativi precedenti al trasloco. Ma l’unico albo a cui i traslocatori sono tenuti a essere iscritti è quello degli autotrasportatori per conto terzi. L’effetto di questa confusione è che quasi nessun traslocatore segue questa procedura.

Il prossimo step dell’Assemblea capitolina per cercare di riordinare il settore dei traslochi a Roma dovrà necessariamente essere la dirimente dell’iscrizione delle imprese all’albo degli autotrasportatori per conto terzi. Poi, non è difficile dotarsi di un’apposita piattaforma digitale e fare come i più bravi.