Osp per i traslochi a Roma: la posizione di ANIT FederTraslochi sul no dell’Assemblea capitolina alla proposta Barbato
L'associazione.ANIT FederTraslochi esprime perplessità sulla scelta della maggioranza dell’Assemblea capitolina di non approvare la proposta di delibera della consigliera Francesca Barbato. «Riteniamo sia un passo indietro rispetto alla chiarezza procedurale nei traslochi a Roma» dichiara Nicla Caradonna, presidente di ANIT FederTraslochi.
La soluzione proposta nell’Assemblea capitolina del 25 gennaio scorso intendeva correggere la delibera n. 21 del 24 marzo 2021, art. 20, comma 2, là dove vincola le aziende di traslochi a essere iscritte a un fantomatico albo, mai istituito, per poter accedere alla procedura d’urgenza per il rilascio del permesso di occupazione del suolo pubblico (Osp), rendendo questa procedura inapplicabile. Viceversa, se fosse stata approvata, la nuova delibera avrebbe vincolato il rilascio all’iscrizione delle aziende richiedenti all’Albo degli autotrasportatori, al quale tutte quelle in regola hanno l’obbligo di aderire.
ANIT FederTraslochi aveva auspicato che la maggioranza e l’opposizione ritrovassero quella concordanza d’intenti che aveva visto l’Assemblea capitolina approvare all’unanimità, nell’aprile 2024, la mozione 285. In quella occasione era stato preso atto del problema dell’Osp per i traslochi impegnandosi a modificare al più presto il regolamento comunale.
«Speravamo di aver aperto un fronte comune per risolvere un problema che ci imbarazza agli occhi della nostra committenza nazionale, ma soprattutto internazionale» osserva Mauro Santonati, dirigente di ANIT FederTraslochi. Il problema a monte riguarda i tempi insostenibili di rilascio a Roma del permesso di Osp per le aziende di traslochi. La media varia tra i quarantacinque e i sessanta giorni: un tempo eccessivo rispetto a quello normale che ne prevede, al massimo, circa un terzo.
La conseguenza è l’attuale anarchia del settore che favorisce l’abusivismo a discapito delle aziende in regola. Gli abusivi scaricano su clienti ignari i rischi d’incidenti, furti, irregolarità, alimentando il lavoro nero e contribuendo al danno ambientale delle discariche illegali. Le aziende regolari si trovano invece, soprattutto con i clienti esteri, a non poter garantire dei tempi certi, caricandosi della responsabilità d’una situazione che, nell’anno giubilare, rappresenta anche un vulnus significativo al controllo dell’abitato, quindi alla sicurezza di Roma.
Nicla Caradonna conclude: «Lavorare nella legalità è un nostro diritto, a cui corrisponde il nostro dovere di garantire la sicurezza del servizio ai nostri clienti. Continueremo quindi, in maniera ferma e pacata, a rivendicare questo diritto con nuove idee e un nuovo spirito di collaborazione aperto anche alle altre organizzazioni di categoria. Saremo grati a tutti coloro, dai media ai cittadini, dalle associazioni alle forze politiche di qualsiasi orientamento, che vorranno sostenerci in quella che è una battaglia di civiltà per Roma».