Nicla Caradonna: «ANIT FederTraslochi è il sistema di riferimento per i traslocatori italiani»

L'associazione.
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Nicla Caradonna è stata la prima presidenza femminile in un’associazione di traslocatori. Da novembre presiede ANIT FederTraslochi, di cui è stata una delle più strenue sostenitrici.

 ANIT FederTraslochi, dopo la fusione, può definitivamente porsi come referente autorevole per i traslocatori italiani. Con quali prospettive?

«Sì. Finalmente siamo riusciti a realizzare questo ambizioso progetto: essere un’unica associazione di riferimento forte ma, soprattutto, al servizio dei traslocatori. Voglio ricordare che l’ANIT era nata nel marzo 2022 su iniziativa di Clement Bolliger, costituita per interloquire principalmente con le istituzioni per riscattare la figura del traslocatore, troppo a lungo bistrattata e confusa con altre professioni legate al mondo del facchinaggio o delle pulizie. È proprio questo lo scopo che ci ha portato all’unione d’intenti con Federtraslochi. Divulgare la cultura del trasloco è la nostra missione. Convincere tutte le aziende di trasloco italiane a operare nella legalità significa dare dignità alla professione del traslocatore, una figura che racchiude più professionalità e competenze specifiche, per le quali è richiesto dalla normativa vigente sulla sicurezza anche il conseguimento di appositi patentini».

Si può dire che ANIT Federtraslochi è l’associazione a cui i traslocatori italiani possono e potranno guardare come sistema di riferimento?

«Assolutamente sì. Non fosse altro che per le interlocuzioni di assoluto rilievo già esistenti con esponenti della pubblica amministrazione che puntano all’ottenimento di riconoscimenti e tutele per la categoria. Occorre poi considerare il peso specifico nella categoria delle aziende che vi aderiscono».

L’unione di fatto tra ANIT e Federtraslochi nel primo anno ha prodotto, oltre che passi in avanti sulle problematiche di maggiore importanza, cioè la detraibilità fiscale del trasloco, la riconoscibilità giuridica del traslocatore e l’Osp per i traslochi nelle città italiane, due provvedimenti importanti come l’inserimento delle aziende di trasloco e delle mansioni dei traslocatori nel CCNL della Logistica e l’adesione dell’associazione al Protocollo d’intesa sulla legalità dei contratti di appalto nella stessa Logistica promosso dalla Prefettura di Milano. Senza scoprire carte che devono restare coperte, ma come conferma dei lavori in corso, che cosa si può dire rispetto a intenzioni e iniziative future?

«Voglio ricordare anche l’avvenuta costituzione di una sezione giovani che darà slancio all’associazione e alla realizzazione dei progetti in pista. Per quanto riguarda la nostra azione, oltre naturalmente a perseguire gli obiettivi essenziali di cui è stato detto, intendiamo ⁠garantire agli associati dei servizi specifici gratuiti come l’ausilio del legale dell’associazione per dirimere le controversie con i clienti attraverso l’istituzione dell’arbitrato. Inoltre, ⁠garantire un’apposita assistenza sindacale».

Che cosa determina la presenza di un vostro stand a LTS EXPO 2025 alla Fiera d’Oltremare di Napoli della quale siete patrocinatori?

«È una nuova esperienza per l’associazione appena costituitasi. ANIT Federtraslochi punta a farsi conoscere in un panorama più ampio che è quello della logistica. È stato ricordato il recente inserimento, per la prima volta, delle aziende di trasloco e delle mansioni del traslocatore nel CCNL della logistica. Attraverso la Fiera d’Oltremare di Napoli puntiamo invece ad avvicinare tutti coloro che operano già nel mondo del trasloco come attività secondaria o che desiderino avviarla. Presso il nostro stand si potranno ottenere tutte le informazioni necessarie ad avvicinare il nostro mondo e provare a farne parte».

Dove sta andando il trasloco?

«Il trasloco deve essere tutelato in un mercato che troppo stesso tende a svilirlo. Proprio per questa ragione l’associazione, attraverso la divulgazione delle buone pratiche della cosiddetta cultura del trasloco, contribuirà alla sua evoluzione e alla sua emancipazione. Nel nostro futuro come categoria vedo poi la cultura green: selezionare il materiale di rifiuto che le nostre attività producono puntando a smaltirlo attraverso una filiera di riavvio al riciclo».