Il reverse charge anche per i traslochi
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Reverse charge anche per i traslochi. La norma è stata introdotta dal decreto legge 84/2025 pubblicato dalla Gazzetta Ufficiale n. 138. Il provvedimento entrerà in vigore dopo l’approvazione della Commissione Europea e un successivo decreto attuativo ministeriale. Prevede un periodo transitorio di tre anni.
Il reverse charge consiste in un meccanismo di inversione contabile che fa ricadere l’applicazione dell’Iva su chi riceve la fattura e non sul soggetto emittente. Finora è stato regolato dal D.P.R. 633/1972, articolo 17, commi 5, 6 e 7. Dai casi specifici per i quali è stato finora applicato, il reverse charge sarà esteso a tutte le prestazioni di trasporto e logistica, traslochi compresi, eliminando i precedenti vincoli. Le fatture saranno emesse senza Iva, che sarà quindi autoliquidata dal committente.
Nel concreto, l’annuncio del reverse charge rappresenta una sfida che richiede fin da ora di prepararsi al nuovo regime fiscale. Le imprese dovranno adeguarsi: aggiornare i software, rivedere i registri e le procedure di liquidazione soprattutto in presenza di regimi Iva misti (nazionale/internazionale), gestire correttamente i codici Iva. L’impatto sarà immediato anche sulla liquidità delle imprese. Non anticipare più l’Iva sulle fatture significa infatti liberare risorse finanziarie per l’attività imprenditoriale vera e propria. Gli esperti paventano però il rischio di generare dei crediti Iva strutturali. Ciò in quanto i costi rimarranno gravati dall’Iva mentre i ricavi non lo saranno. Si prevedono quindi degli strumenti di gestione come i plafond, i rimborsi, le compensazioni.
Il cambiamento sarà strutturale rispetto alla contabilità, ai contratti, ai sistemi gestionali, alla finanza. Il decreto estende il reverse charge anche ai subappalti, imponendo all’appaltatore la responsabilità solidale per l’Iva non versata dal subfornitore. Questo indurrà necessariamente a rivedere la logica della selezione dei partner imprenditoriali e commerciali, i contratti, i flussi documentali. Si dovranno aggiornare le condizioni generali, i prezzi e le clausole specificando chiaramente l’Iva applicabile anche nei rapporti con la pubblica amministrazione e nei bandi.
Come in tutte le situazioni di questo genere, saranno avvantaggiate le aziende che si prepareranno in anticipo. Esse potranno infatti gestire la transizione e cogliere i benefici del nuovo regime fiscale. A tale riguardo, ANIT FederTraslochi sta studiando delle iniziative e dei servizi a beneficio dei suoi soci.
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