Il traslocatore nel CCNL della logistica: ne parla Claudio Fraconti

L'associazione.
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Claudio Fraconti, vicepresidente di Anit Federtraslochi, a fine mese sarà nuovamente al tavolo delle trattative per il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) inerente l’intero comparto della logistica. Il lavoro da fare, però, è tanto.

«Siamo molto lontani dall’entrare nello specifico» conferma Fraconti. «Stiamo attualmente discutendo di quali figure eliminare dal testo finale e quali nuove figure emergenti inserire, soprattutto per quanto riguarda l’hi-tech. Possiamo dire di essere in una fase enunciativa per capire meglio quello che vogliamo noi e quello che vogliono i sindacati. Non abbiamo parlato di soldi tranne che per quanto riguarda la vacanza contrattuale, cioè l’importo calcolato in base all’inflazione dell’anno prima erogato quando il contratto di lavoro scade».

Un problema è il numero cospicuo di sigle associative presenti al tavolo del CCNL. «Sono troppe», ribadisce Fraconti. «Nonostante ci sia al tavolo una buona sintonia, mettere d’accordo ventidue associazioni non è facile. Non riguarda tanto il settore trasloco, che ne annovera tre, ma altre realtà della logistica». Il mondo del trasloco si augura che dal nuovo CCNL venga fuori, indirettamente, un primo riconoscimento della figura del traslocatore. «Stiamo cercando d’inserire alcuni livelli con delle specifiche che riguardano i traslocatori all’interno delle mansioni del contratto nazionale di lavoro» conferma Fraconti. «Non sarà il riconoscimento giuridico del traslocatore, che è altra cosa, ma una definizione di questo lavoro all’interno della classificazione delle mansioni esistenti».